Festa della donna, il mio 8 marzo dedicato alle amazzoni di Elisabetta Franchi e alla “pitonessa” Daniela Santanché. Scoprite il perché
Settimana scorsa si sono spenti i riflettori sulla Milano Fashion Week. Cosa passerà alla storia di quest’edizione fall/winter 2021-22, oltre ovviamente agli abiti, da sempre veri indiscussi protagonisti di questi sette giorni di passerelle? Sicuramente il fatto che a causa del Covid-19 le sfilate si sono svolte per lo più in modalità digitale (delle 57 presentazioni in programma, 42 sono state trasmesse solo online). La maggior parte degli stilisti è andato in scena sulla piattaforma dedicata messa a disposizione dalla Camera Nazionale della Moda Italiana o attraverso i propri canali social (grazie a un protocollo sanitario firmato dalla Camera della Moda con ATS è stato possibile anche, là dove prevista una sfilata a porte chiuse, garantire la presenza dal vivo di un ristretto numero di ospiti).
Una modalità di fruizione sicuramente nuova a cui non eravamo ancora abituati che, nonostante i divieti imposti dai vari DPCM, ha permesso a buyer e giornalisti di vedere comunque le nuove collezioni in anteprima stando comodamente a casa propria (perdendosi, ahimè, però tutto il bello del pre e post sfilate, penso agli innumerevoli eventi che da sempre hanno accompagnano e caratterizzato questa kermesse) e agli stilisti di reinventarsi e trovare/provare nuove modalità espressive.
Antonio Marras, ad esempio, ha optato per un cortometraggio girato nella sua terra e precisamente nel sito archeologico di Su Nuraxi a Barumini, uno dei 55 siti Unesco italiani, l’unico presente in Sardegna. Le riprese hanno coinvolto circa 150 persone, con un cast multietnico, ma interamente sardo. Missoni, invece, ha presentato un breve corto da titolo “Look right through me” diretto da Alessandro Gironi dove le modelle, con indosso abiti dalle linee semplici e aperte, con maglioni oversize e abiti nightcam pieni di lustrini (da sfoggiare ci auguriamo di cuore a Capodanno 2021) si incontrano in luoghi fino ad oggi off-limits: scuole, discoteche, bar e locali. Un inno al ritorno al più presto alla normalità.
Del resto anche per il mondo della moda vale il detto “the show must go on“. Così è accaduto nel 2001 dopo l’attentato alle Torri Gemelle, così è in questo momento dove il mondo è nuovamente sotto attacco questa volta però per colpa di un’emergenza sanitaria (nel 2020 lo svolgimento della fashion week milanese fu parzialmente interrotto dai contagi nell’area di Codogno). Ricordo ancora la mia prima sfilata come inviata. E come potrei dimenticarmela: la maggior parte dei compratori e della stampa straniera disertò le passerelle proprio per colpa degli attentati terroristici, che terrorizzarono gli Stati Uniti. E così a una giornalista in erba com’ero io all’epoca e a una delle prime testate digitali com’era al tempo News2000 fu possibile trovare un posto a sedere nel parterre (erano gli anni in cui i giornali online si stavano appena diffondendosi e gli uffici stampa ci consideravano figli di un Dio minore e una volta in lista potevamo solo aspirare a un posto in piedi in sala o ad occupare uno solo se, dopo che si erano accomodati tutti, erano rimasti dei “buchi”).
E così è stato anche domenica 28 febbraio, quando alle 18.00, ho potuto assistere, questa volta in prima fila e comodamente seduta sul mio divano, alla presentazione della collezione autunno-inverno 2021-22 della creativa Elisabetta Franchi che ha deciso di aprire le porte delle Scuderie della Malaspina e di portare a casa di tutte le donne le sue creazioni con evento live su Real time (canale 31), ma anche in streaming su Discovery, oltre che sul sito elisabettafranchi.com e sui canali social ufficiali del brand.
La stilista bolognese non è comunque nuova a simili iniziative: già durante la Milano Fashion Week 2020, aveva mostrato la sua collezione primavera/estate 2021 in diretta tv su La 5 facendo precedere l’evento da un esclusivo documentario “Behind the Scenes“ che raccontava il dietro le quinte. La stessa ha dichiarato in esclusiva a Velvet Mag : Sono da sempre a favore di una comunicazione innovativa, ho ribaltato i dogmi del sistema e ho scelto la tv per poter entrare nelle case delle donne e poterle portare in prima fila, tutte mie ospiti. Come faccio da sempre sui social mostrando ogni giorno il backstage della mia vita, ho deciso di mostrare che cosa succede durante una sfilata, tutto il lavoro che c’è dietro.
E le bellissime amazzoni portate in passerella da Elisabetta Franchi, oltre a incontrare il mio gusto personale in fatto di moda (da sempre adoro i capi rubati al mondo dell’equitazione) e a lanciare nuovi look (penso alle trecce per capelli dall’intreccio fitto e tubolare che sfoggiavano le modelle), mi hanno riportato alla memoria un’intervista che feci, sempre in occasione della settimana della moda primavera-estate del 2001, a casa della famosa giornalista milanese Lucia Mari (in quell’occasione lei mi regalò un profumo di Valentino, che a mia volta donai a mia mamma, la quale ne conserva ancora oggi la boccetta vuota) che mi raccontò come oggigiorno le donne, a differenza degli anni passati, possono vestirsi come vogliono. E a sostegno della sua tesi mi aveva portato come esempio Daniela Santanché “colpevole” di aver sdoganato i pantaloni da cavallerizza al di fuori del maneggio indossandoli niente meno che durante una seduta a Palazzo Marino (negli anni ’90 è stata consigliere nel Comune e nella Provincia di Milano).
Se oggi ogni donna può sentirsi libera di mettersi in ogni ora del giorno e in qualsiasi luogo il vestito che più la fa sentire a suo agio è forse anche un po’ merito della “pitonessa”. Buon 8 marzo a tutte!