Il duoMo Hotel di Rimini
Passare dalle guglie del Duomo di Milano a una camera d’albergo del duoMo di Rimini è un attimo. E qui i giochi di magia non hanno alcun merito. Per la precisione solo due ore di treno separano la città della Madonnina da quella che ha dato i natali al regista Federico Fellini. Così nel caso in cui i nostri ospiti, ma non solo loro, desiderino regalarsi, dopo intere giornate trascorse a visitare musei e a fare shopping, una gita al mare, anche in giornata e senza per forza prendere l’auto, il nostro consiglio è fare il biglietto e partire con destinazione la Riviera Romagnola. Se poi vogliono fare come noi e concedersi una mini vacanza, Rimini e il suo duoMo Hotel, anche a distanza di due anni dalla nostra visita, saranno sicuramente pronti ad accoglierli. Ma avranno saputo far tesoro dei nostri consigli? Scopritelo e non dimenticate di scriverci le vostre impressioni nei commenti.
LOCATION: il duoMo Hotel di Rimini lo si sceglie prima di tutto per poter raccontare agli amici di essere stati nel primo albergo al mondo concepito da Ron Arad (per chi non lo conoscesse è l’artista israeliano, definito il genio del design moderno, che ha firmato, tanto per citare alcune delle sue opere, la libreria Bookworm per Kartell e la sedia Tom Vac per Vitra) e poter raccontare di aver dormito in una stanza decisamente futuristica. Una volta arrivati lo si apprezza poi non solo per il fatto di essere unico nel suo genere, ma anche per una posizione decisamente invidiabile, oltre che ottimale: comodo alla stazione ferroviaria (per chi arriva in auto, parcheggio privato e permesso per accedere alla zona ZTL consegnando al portiere il libretto di circolazione che a sua volta segnalerà la targa ai vigili urbani), al centro storico (a poca distanza si trova il Tempio Malatestiano), alla movida riminese, al cuore delle vie principali piene di negozi dove fare shopping e anche, cosa che non guasta proprio trovandoci in una località di mare, alla spiaggia. Quest’ultima la si può raggiungere in bici (la si noleggia direttamente in hotel, al costo di 10 euro) o a piedi facendo una bella passeggiata (passando per le vie del centro e percorrendo parte della pista ciclabile).
CAMERE: l’albergo dispone di 43 camere, dislocate su 3 piani, di 3 diverse tipologie (dreaming suite, caMera Loop e camera Urban), in grado così da soddisfare i gusti anche della clientela più esigente: stanze con Jacuzzi, mini palestra in room, materassi speciali per un riposo da “mille e una dreaMing suite” o con 18 mq di bagno. Noi abbiamo optato per quella di “soli” (si fa per dire) 25 mq bagno compreso (più che sufficienti per un breve soggiorno mordi e fuggi), ma ve ne sono da 35 e 40. Al centro della nostra stanza spicca il letto matrimoniale la cui testata, una parete con un finestrone ad oblò (la privacy, al bisogno, è assicurata da una tenda plissettata inserita all’interno del doppio vetro), separa la zona notte dal bagno. E proprio la toilette è sia il punto di forza che il tallone di Achille di questa stanza. Tutta colpa di una parete armadio interamente in plexiglas con solo un paio di appendiabiti (quando si apre la porta del bagno si chiude “l’armadio”) e di una doccia “open space” (anche se il pavimento è fatto di doghe di legno, dove l’acqua dovrebbe scaricare naturalmente al di sotto, quando ci si fa la doccia si bagna ovunque), che fanno sentire l’occupante di turno vittima di un capriccioso ‘”archistar”. Del resto la sensazione di trovarsi in un hotel fuori dal comune, la si ha non appena varcata la soglia. Il banco della reception è infatti uno spettacolare anello d’acciaio che disorienta gli ospiti: si ha la sensazione di trovarsi a bordo di un disco volante. Ma anche gli spazi esterni, che portano sempre la firma di Arad, anticipano quello che si troverà una volta entrati: materiali alternativi, colori vivi e forme insolite. La prima cosa che si vede e aggiungerei che colpisce appena arrivati è infatti un portone rosso fuoco, che si apre automaticamente catapultando gli ospiti nell’avveniristica reception. Al momento della prenotazione assicurarsi, se volete dormire sonni tranquilli e non essere disturbati, di farvi assegnare una camera ai piani più alti per evitare così i rumori provenienti dal club dell’albergo, situato al piano terra di fianco al ricevimento, che di sera può ospitare feste ed eventi (l’aperitivo e le serate al NoMi Gastro-Bar, aperto sia al pubblico che ai clienti della struttura, sono ormai diventate una tradizione a Rimini).
SERVIZI: l’accoglienza sia al check-in che al check-out riservataci è stata fredda e impersonale. Il pacchetto spiaggia inclusa è l’ideale per chi desidera visitare la città senza rinunciare al mare (l’albergo è convenzionato, o almeno lo era fino a due anni fa, con lo stabilimento 26), sempre che le condizioni climatiche lo consentano (nel nostro caso pur essendo il mese di giugno ha diluviato quasi tutto il giorno del nostro arrivo). La colazione è nella norma, nulla di eccezionale o di indimenticabile (presenti dolci per vegani e latte di soia). No materiale informativo a disposizione della clientela, se non a richiesta. Check-in alle 15:00. Possibilità, pagando un sovrapprezzo, di optare per un check-out ritardato.
PREZZO: troppo caro rispetto a con quanto offerto.
Il VOTO DEL CONFORT CREW: a parte gli elementi di design, che rendono quest’albergo originale e gli regalano un atmosfera futuristica (che si respira anche nelle piccole cose) e la collocazione fantastica (in pieno centro), il nostro voto non va oltre la sufficienza. L’accoglienza è sicuramente da migliorare perché al momento non è all’insegna della migliore tradizione romagnola (quella enogastronomica l’abbiamo ritrovata alla Trattoria La Marianna, consigliataci dallo staff dell’hotel). Inoltre, una volta in albergo non c’è nulla, neanche tra le proposte della colazione, che rimandi a Rimini. Senza uscire dall’albergo potremmo pensare di trovarci in un qualsiasi hotel del mondo. Di conseguenza quest’albergo si presta bene per brevi soggiorno di massimo 2-3 notti. Solo così all’ospite di turno può apprezzarne l’architettura originale che prevale sulla funzionalità. Il bagno open air con grande specchio filtra/vedo, che permette il contatto visivo con chi si trova in camera, può essere divertente/intrigante la prima volta, ma poi finisce per stufare anche le coppie più “focose”.
COSE DA COPIARE: il pavimento in soft-touch è spettacolare. Se ci si cammina a piedi scalzi si ha la sensazione di essere sulla sabbia; la presenza in camera da letto di almeno un elemento d’arredo di design è sicuramente una di quelle cose da copiare. La doccia con la luce che si accende automaticamente col getto d’acqua fa molto atmosfera come anche la base del letto illuminata.
COSE DA MIGLIORARE: partendo dal presupposto che il design ai suoi massimi livelli non sempre risulta essere funzionale agli occhi dei comuni mortali, abbiamo comunque notato delle mancanze nella stanza: mancavano delle prese elettriche vicino al letto, un attaccapanni e qualche sgabello reggivaligia in più (solo uno per una camera matrimoniale mi sembra un po’ poco). Altra pecca l’assenza di un bollitore e di un mini frigo bar in camere (al suo posto ve ne era uno maxi in corridoio con acqua a disposizione dei clienti, da pagare poi al momento del check-out). Che dire poi dell’armadio così essenziale da desiderare quasi di non disfare neanche i bagagli. Dalla nostra camera si poteva accedere a una terrazza. Peccato solo che, pur trovandoci in una località di mare, non era stata prevista neanche una sedia sdraio e, anche qui sempre all’insegna degli spazi aperti, non erano stati previsti divisori che tenessero gli ospiti lontano da sguardi indiscreti.