Ferie finite, pronti a ripartire!
Cosa provino i nostri ospiti al momento del check-out non ci è dato sapere. Possiamo solo tentare di immaginarlo: chi viene a Milano per la laurea del figlio (il nostro appartamento è vicinissimo alla Bocconi e all’università di comunicazione e lingue IULM) sarà sicuramente pieno di gioia per il traguardo raggiunto; chi tra i turisti stranieri fa tappa da noi perché il capoluogo lombardo è l’ultima città italiana da scoprire, dopo aver visitato Roma e Firenze o Venezia, non vedrà magari l’ora di fare ritorno a casa; chi opta invece per curarsi o chiedere un consulto medico in uno dei vari centri d’eccellenza del Nord ( la nostra casa è comoda all’Humanitas di Rozzano, all’Ospedale San Paolo e all’Istituto Europeo di Oncologia) avrà il cuore pieno di speranza mentre gli innamorati che magari vivono/studiano/lavorano in città diverse e si danno appuntamento nella capitale della moda per trascorrere qualche giorno insieme non vedranno l’ora che arrivi il momento di riabbracciarsi.
E quando un host va in vacanza cosa prova quando le ferie sono ormai alla fine? Di sicuro posso solo raccontarvi cosa ho provato io dopo 21 giorni di ozio. Se la prima settimana mi è servita letteralmente solo per riposarmi/ambientarmi e la seconda per crearmi una nuova routine (colazione, camminata, panetteria/supermercato, edicola, spiaggia, pranzo in spiaggia, doccia, cena a casa o al ristorante, passeggiata serale/discoteca/gita fuori porta, gelato, nanna). Con la terza mi sentivo ormai come a casa mia ( e un po’ lo ero veramente visto che alloggiavo nella mia casa di villeggiatura). Per tanto il giorno della partenza ero decisamente malinconica e durante la mia consueta camminata mattutina, riflettendo sul fatto che quella sarebbe stata la mia ultima giornata al mare, qualche lacrima non nascondo mi è scesa sul viso. Nonostante il mio passo fosse veloce nella mia mente si affollavano pensieri su pensieri.
Mi rattristava pensare che le montagne e le serre che per 21 giorni mi avevano seguito lungo i miei 7 km giornalieri non mi avrebbero più fatto compagnia e da sfondo. Idem per gli amici ritrovati che inconsapevolmente mi avevano regalato momenti di grande spensieratezza/leggerezza e che, con i loro racconti di vita quotidiana, erano persino riusciti a sdrammatizzare le mie inquietudini (qualche volta con i figli è meglio fare un passo in dietro; mio marito è da quattro anni in pensione e dice di volersi ancora riposare; quando eravamo giovani e andavamo in discoteca erano i nostri genitori a dirci “adesso andiamo a casa”, ora che siamo adulti sono i nostri figli (tutti adolescenti) a invitarci alla porta quando noi abbiamo ancora, come allora (ovvero negli anni ’90), voglia di ballare; oggi ho litigato con mio marito perché in casa non fa niente; ho in programma di spostare la cucina per creare una nuova stanza studio, ma mio marito solo al pensiero si sente male, ma se lo faccio è solo per stare tutti meglio; “questa è la mia musica preferita” e anche la mia e quanti ricordi mi tornano in mente, ecc, ecc). Temevo inoltre che la ritrovata serenità familiare dovuta alla lontananza dal lavoro, all’assenza dello stress da metropoli e alle quotidiane uscite serali di Giulio, iniziate già quest’estate con la fine degli esami di terza media, che lasciavano a me e a mio marito più tempo per noi, potessero svanire non appena fatto ritorno a casa.
Riflettendo e guardandomi attorno mi sono però resa conto che, oltre alle montagne sullo sfondo e agli amici che per tutti questi giorni mi avevano accompagnato durante le mie vacanze, a mostrarmi la (retta) via da seguire (Albenga-Ceriale andata e ritorno), anche una volta tornata a Milano, c’erano anche loro: i binari del treno. Quegli stessi binari che oggi mi avrebbero riportato a casa pronta a tornare in ufficio e ad accogliere i miei/i nostri prossimi ospiti! Per la cronaca i primi turisti post ferie arrivano giovedì e sono una coppia di fidanzati. E ovviamente tutto è già pronto affinché il loro sia decisamente un soggiorno romantico.