La Braidense ospiterà la collezione di libri antichi di Umberto Eco
Milano vanta tra i suoi concittadini molti personaggi illustri. Tra questi ve ne è uno che per me è in un certo senso più famigliare di altri. Sto parlando di Umberto Eco la cui straordinaria raccolta di libri, è notizia di qualche giorno fa, troverà finalmente casa, a quasi cinque anni dalla scomparsa del semiologo, sugli gli scaffali della biblioteca Braidense di Milano.
Difficile pensare ad un’altra collocazione visto che lo stesso scrittore, alessandrino di nascita e milanese d’adozione come me (ahimè le similitudini tra me e lui finiscono qui) avrebbe voluto così. “Umberto Eco amava Milano, e amava la Biblioteca Braidense, che considerava la sua biblioteca. Lui voleva che i suoi libri rari rimanessero a Milano, e venissero in biblioteca – ha ricordato James Bradburne, direttore del complesso di Brera di cui fa parte la Braidense, all’ANSA -. A casa sua, i libri rari erano privilegiati, e posizionati separatamente rispetto alla sua biblioteca moderna”.
La collezione privata di Eco di libri antichi, la “Biblioteca semiologica curiosa, lunatica, magica et pneumatica”, sarà così accessibile a studiosi e ricercatori. Ma non solo. La Biblioteca Nazionale Braidense di Milano se ne prenderà anche cura garantendone la conservazione e la valorizzazione della stessa. I testi moderni insieme all’archivio dello scrittore andranno invece all’Alma Master di Bologna, altra città a cui Eco era molto legato.
A parte Milano e Bologna, il mondo lo ricorda come uno dei più importanti scrittori italiani la cui fama ha superato i confini nazionali merito soprattutto della sua opera letteraria più conosciuta: Il Nome della rosa. Questo libro, che io come tanti altri adolescenti degli anni ’80 avevo tra i testi scolastici alle superiori (secondo motivo per cui mi è famigliare, il primo era avere gli stessi natali), ha conosciuto un successo planetario senza precedenti tanto da essere annoverato tra i best seller internazionali, venne tradotto in 47 lingue e divenne anche un film interpretato dal famoso Sean Connery.
Eco nelle vesti di giornalista nella sua rubrica “la bustina di Minerva” sull’Espresso (questo il terzo motivo che me lo rende “amico”), intitolata Pensieri virtuosi per Natale, rese il mio direttore di allora (correva l’anno 2008) molto fiero del lavoro della redazione di News2000-libero.it. “Sono molto fiero – ci scrisse Alessandro Gennari complimentandosi con tutti noi redattori – del fatto che uno dei più grandi intellettuali italiani ci riconosca dignità di fonte”.
A parte il fatto di essere come me alessandrino di nascita, milanese d’adozione, autore de Il Nome della Rosa, lettore di News2000-libero.it, io voglio ricordare Umberto Eco soprattutto per una sua citazione, credo una delle sue più belle: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni”.